Verena Mayer-Tasch

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Lo scultore Constantino Nivola ha definito la sua infanzia come u’età magica, serbatoio di memorie preziose. Ha scritto, ripensando il suo percorso artistico:… “tutto quello che mi è successo in seguito l’ho inventato per quell’età”

Verena parlando del tema del gioco, cosi presente nel suo lavoro, aggiunge una riflessione illuminante:… Nel gioco il bambino entra dentro di sé, vive la sua interezza che perderà, inevitabilmente, nello svolgersi dell’tempo”.

Questo pretesto poetico può forse essere uno degli scenari sul quale si animano le sue opere, le quali si presentano ed attraggono, ulteriormente, per la loro precisa individualità che le distingue in quella complessa arte che è la scultura.

Convivono in esse  invenzione creativa, maestria tecnica, potere seduttivo che proviene dalle materie usate, pietra, legno, metallo. Infatti lei appartiene a quella tradizione di scultori che lavorano con la materia piuttosto di contra di essa.

Per lei si può parlare di originalità stilistica non fine a se stessa, ma evocatrice di verità essenziali: ripensare, tra tante frantumazioni, un’armonia ed un’interezza perdute, riscoprire la complicità del gioco. Opere  di intonazione intima e privata, propongono una quotidianità non priva di stupore, parlano di valori umani universali.

Così un albero con pale di marmo che non si muovono al vento, suggerisce l’energia che viene dalla natura; una grande girandola, monumento al gioco, vorrebbe catturare l’aria; una barchetta di marmo il cui pozzetto nasconde un mistero, adagiata su un carretto, vorrebbe arrivare al mare.

Aspettano sguardi e mani per incominciare la loro storia.

Giovanna Riù

Settembre 2008 per la mostra A-MARE, Club Nautico, Marina di CArrara

 

 

Verena Mayer – Tasch nasce in Germania. Negli anni giovanili svolge un tirocinio nei laboratori del legno di Landsberg, dove acquisisce il diploma di falegnameria. Questa forte  formazione caratterizzerà  sempre tutto il suo lavoro futuro. Affascinata, come molti stranieri, dalla tradizione del marmo e della scultura, approda a Carrara dove, a partire dal 1990 frequenta l’Accademia di Belle Arti. Qui inizia un lungo periodo di studio e di lavoro in cui sperimenta l’uso di diversi materiali quali il marmo, la pietra, il bronzo, la ceramica, ed il legno.

 

Dopo una breve fase di ricerca figurativa trova la sua strada trova la sua strada proprio nel ricupero delle esperienze artigianali,riacquisite e ripensate sotto il punto di vista di una nuova idea di scultura in cui concettualità, quotidianità, e visione onirica vanno a  fondersi in una originale sintesi espressiva.

Nel 1995 vince il premio della città di Bergolo per una stele in bronzo e pietra, collocata come opera pubblica. Altre sculture pubbliche le vengono commissionate dai comuni di Colletara di Scoppito (AQ) e Braunau.

La sua prima importante mostra individuale la porta a vincere nel 1998, il premio “Remo Gardeschi” a cui segue, nel 1999 la concessione di una borsa di studio da parte del Comune di Proesitz. Negli ultimi anni la Mayer-Tasch ha esposto le proprie sculture in vari Paesi del mondo quali Austria, Belgio, Spagna, Germania, Lussemburgo e Italia riscuotendo un crescente successo.

Le sue opere sono sculture mascherate da oggetti d’arredo e d’uso: tavoli, sedute “volanti”, rulli matrici, collane, giocattoli enormi, ecc. In tutte si percepisce un’idea di fondo, in cui il senso del gioco e dell’interazione con l’opera convive con una neanche troppo nascosta serietà, che ha la sua origine nell’incerto confine tra vita reale e l’immaginazione.

 

Alessandro Cacciotti         2007